Il falso ideologico commesso dal privato in atto pubblico non integra il dolo generico richiesto dalla fattispecie penale quando la dichiarazione ritenuta non veritiera sia contenuta in un modulo prestampato che attesti soltanto la rispondenza di una data situazione di fatto ad una normativa genericamente indicata, senza la precisa indicazione delle condizioni normative e delle circostanze fattuali attestate, in quanto per l'integrazione del delitto è necessaria la coscienza e volontà di agire contro il dovere giuridico di dichiarare il vero, non essendo sufficiente la mera colposa omissione di indagine sul significato delle indicazioni contenute nel modulo. Inoltre, l'errore su legge extrapenale, che non sia integrativa del precetto, esclude il dolo ai sensi dell'art. 47, comma 3, c.p., qualora l'agente si sia falsamente rappresentato un dato normativo che nemmeno è richiamato dal precetto penale e che nemmeno concorre a descriverlo, determinando così la convinzione di continuare a mantenere la disponibilità non solo di fatto ma anche di diritto dei beni oggetto della falsa attestazione, a condizione che tale erronea rappresentazione sia stata indotta, sia pur involontariamente, dal comportamento della parte lesa.