Cassazione penale Sez. II sentenza n. 12036 del 26 marzo 2010

ECLI:IT:CASS:2010:12036PEN

Massima

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Il pericolo di reiterazione del reato, quale presupposto per l'applicazione della misura cautelare della custodia in carcere, deve essere valutato in concreto sulla base di elementi obiettivi e specifici, quali i precedenti penali dell'imputato, le modalità aggressive e violente di commissione del fatto, la sua abituale ricorso al crimine per procurarsi mezzi finanziari, nonché il suo stato di tossicodipendenza, senza che possano essere ritenuti sufficienti a escluderlo elementi come la riparazione del danno o il ravvedimento mostrato. Inoltre, il giudice deve verificare la proporzionalità della misura cautelare rispetto alla gravità del fatto e alla prognosi di pericolosità, non potendo applicare la custodia in carcere in assenza di una adeguata motivazione che escluda la possibilità di applicare misure meno afflittive, tenuto conto anche della disponibilità di soluzioni abitative idonee per l'esecuzione di eventuali misure alternative.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SIRENA Pietro Antoni - Presidente

Dott. CARMENINI Secondo Liber - Consigliere

Dott. GENTILE Domenico - Consigliere

Dott. PRESTIPINO Giovanni - rel. Consigliere

Dott. MACCHIA Alberto - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA/ORDINANZA

sul ricorso proposto da:

1) MA. IV. , N. IL (OMESSO);

avverso l'ordinanza n. 1703/2009 TRIB. LIBERTA' di PALERMO, del 09/11/2009;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. ANTONIO PRESTIPINO;

lette/sentite le conclusioni del PG, Dott. Cedrangolo Oscar che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.

OSSERVA

Decidendo sull'appello proposto da Ma. Iv. avverso l'ordinanza di…

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