Cassazione penale Sez. V sentenza n. 7085 del 23 febbraio 2016

ECLI:IT:CASS:2016:7085PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza può essere così sintetizzato: La diffamazione sussiste quando l'agente, con coscienza e volontà, comunica a più persone espressioni offensive che ledono la reputazione altrui, anche se non è necessaria la consapevolezza dell'effettiva capacità lesiva delle stesse. Pertanto, l'invio di una lettera contenente gravi accuse infondate di appropriazione indebita, falsificazione di firme e patrocinio infedele, indirizzata a più soggetti, integra il reato di diffamazione, a prescindere dalla convinzione dell'autore circa la gravità offensiva delle espressioni utilizzate. I giudici di merito, nel valutare la sussistenza degli elementi costitutivi del reato, possono fare riferimento alla motivazione della sentenza di primo grado, senza necessità di una nuova e autonoma argomentazione, purché abbiano esaminato le censure dell'appellante con criteri omogenei e con frequenti richiami alle determinazioni precedenti.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FUMO Maurizio - Presidente

Dott. PEZZULLO Rosa - Consigliere

Dott. SETTEMBRE Antonio - rel. Consigliere

Dott. DE MARZO Giuseppe - Consigliere

Dott. AMATORE Roberto - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);
avverso la sentenza n. 3/2014 TRIBUNALE di LIVORNO, del 14/07/2014;
visti gli atti, la sentenza e il ricorso;
udita in PUBBLICA UDIENZA del 16/10/2015 la relazione fatta dal Consigliere Dott. SETTEMBRE Antonio;
Udito il Procuratore Generale della Repubblica presso la Corte di Cassazione, Dr. BIRRITTERI Luigi, che ha chiesto l'annullamento senza rinvio della sentenza impugnata.
Udito, per l'imputato, l'avv. (OMISSIS) in sostituzione dell'avv. (OMIS…

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