Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 48286 del 17 dicembre 2009

ECLI:IT:CASS:2009:48286PEN

Massima

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Il possesso di sostanze stupefacenti, anche se finalizzato all'uso personale, può integrare il reato di detenzione a fini di spaccio qualora siano accertati elementi oggettivi, come l'intenso via vai di giovani tossicodipendenti presso l'abitazione dell'imputato, che rendano plausibile la finalità di cessione a terzi, a prescindere dall'eventuale consumo personale dello stupefacente. L'onere di fornire plausibili spiegazioni al possesso della droga grava sull'imputato, il quale non può limitarsi a invocare la propria condizione di tossicodipendenza, documentata successivamente, senza giustificare adeguatamente il contesto in cui è avvenuto il rinvenimento dello stupefacente. La valutazione della finalità dello spaccio, rispetto all'uso personale, rientra nell'apprezzamento discrezionale del giudice di merito, il cui accertamento, se congruamente motivato, non è sindacabile in sede di legittimità, salvo i casi di manifesta illogicità o contraddittorietà.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DI VIRGINIO Adolfo - Presidente

Dott. SERPICO Frances - rel. Consigliere

Dott. MILO Nicola - Consigliere

Dott. CONTI Giovanni - Consigliere

Dott. FIDELBO Giorgio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA/ORDINANZA

sul ricorso proposto da:

1) MO. GI. N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 703/2004 CORTE APPELLO di LECCE, del 21/02/2007;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 17/11/2009 la relazione fatta dal Consigliere Dott. SERPICO FRANCESCO;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. RIELLO L., che ha concluso per: Dichiararsi inammissibile il ricorso.

OSSERVA

Sull'appello prop…

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