Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 34053 del 9 settembre 2024

ECLI:IT:CASS:2024:34053PEN

Massima

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Il reato di partecipazione ad associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti, di cui all'art. 74 del D.P.R. n. 309/1990, richiede che il contributo del singolo partecipe, pur non dovendo necessariamente essere esclusivo o continuativo, si inserisca in un vincolo associativo stabile e duraturo, caratterizzato dalla consapevole adesione al programma criminoso e dalla volontà di assicurare, mediante l'approvvigionamento continuativo della sostanza stupefacente, il proprio stabile contributo alla realizzazione degli scopi della consorteria. Pertanto, la mera condotta di acquisto di stupefacenti, ancorché reiterata, non è di per sé sufficiente a integrare il requisito della partecipazione all'associazione, essendo necessario che il giudice accerti, attraverso un'accurata motivazione, la sussistenza di elementi che dimostrino il superamento della soglia del mero rapporto sinallagmatico contrattuale e l'effettiva adesione del singolo al programma criminoso del sodalizio. In particolare, il giudice deve valutare la durata dell'accordo criminoso, le modalità di azione e collaborazione tra i soggetti, il contenuto economico delle transazioni, nonché la rilevanza obiettiva che l'acquirente riveste per il sodalizio criminale, in modo da poter desumere la coscienza e volontà del singolo di assicurare, mediante l'approvvigionamento continuativo della sostanza, il proprio stabile contributo alla realizzazione degli scopi e alla permanenza in vita della societas sceleris.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta da

Dott. DE AMICIS Gaetano - Presidente

Dott. CALVANESE Ersilia - Consigliere

Dott. VIGNA Maria Sabina - Relatore

Dott. IANNICIELLO Mariella - Consigliere

Dott. DI GIOVINE Ombretta - Consigliere

ha pronunciato la seguente

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
Gi.Ba. nato a M il (Omissis)
avverso la ordinanza del 08/03/2024 del Tribunale del riesame di Messina
visti gli atti, il provvedimento denunziato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal consigliere Maria Sabina Vigna;
lette le conclusioni del Pubblico ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Silvia Salvadori, che ha chiesto la inammissibilità del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con l'ordinanza impugnata, il Tribunale di Messina ha rigettato la richiesta di riesame, nell'interesse di Gi.Ba., avverso l'ordinanza del Gi…

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