Cassazione penale Sez. I sentenza n. 34646 del 9 agosto 2013

ECLI:IT:CASS:2013:34646PEN

Massima

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L'accertamento della pericolosità sociale ai fini dell'applicazione di una misura di prevenzione personale prescinde dall'affermazione della responsabilità penale e deve fondarsi su una valutazione da parte del giudice di elementi di fatto dai quali sia possibile desumere, tenuto conto delle oggettive condotte di vita del proposto, la sua pericolosità sociale secondo le categorie cui la normativa vigente riconduce l'applicabilità delle misure di prevenzione personali. Anche per gli indiziati di partecipazione ad associazioni mafiose, deve essere accertata la presenza, al momento della valutazione finalizzata all'applicazione della misura di prevenzione, di elementi sintomatici dell'attualità di una condotta di vita tale da legittimare l'adozione delle misure personali, non essendo sufficiente il mero decorso del tempo dalla cessazione della partecipazione all'associazione. Lo stato di detenzione del proposto non può essere considerato di per sé circostanza idonea a ritenere cessata la persistenza della pericolosità, in quanto non è incompatibile con il protrarsi della stessa. Ai fini dell'applicazione della misura ablatoria di prevenzione della confisca, non è necessario che i beni dei quali sia accertata la disponibilità in capo al proposto siano frutto dell'attività illecita posta in essere dallo stesso, essendo sufficiente che l'acquisizione patrimoniale risulti sproporzionata ai redditi leciti e sia riconducibile, sotto il profilo della prossimità temporale, all'epoca nella quale si è manifestata la pericolosità sociale del soggetto.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CHIEFFI Severo - Presidente

Dott. ZAMPETTI Umberto - Consigliere

Dott. ROMBOLA' Marcello - Consigliere

Dott. BARBARISI Maurizio - Consigliere

Dott. LA POSTA Lucia - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso il decreto n. 161/2011 CORTE APPELLO di PALERMO, del 30/05/2012;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. LUCIA LA POSTA;

lette le conclusioni del PG Dott. ((omissis)), che ha chiesto dichiararsi dichiararsi inammissibile il ricorso.

RITENUTO IN FATTO

1. Con decreto in data 30.5.2012 la Corte di appello di Palermo confermava il provvedimento con il quale il Tribunale di Agrigento applicava ad (OMISSIS) la mis…

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