Cassazione penale Sez. III sentenza n. 25832 del 22 giugno 2016

ECLI:IT:CASS:2016:25832PEN

Massima

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Il giudice, nel disporre la custodia cautelare in carcere, è tenuto a motivare specificamente sull'inidoneità, nel caso concreto, della misura degli arresti domiciliari con l'uso del braccialetto elettronico a soddisfare le esigenze cautelari, in ossequio al principio di extrema ratio della custodia in carcere. La mera affermazione della sussistenza del pericolo di reiterazione del reato, senza adeguata valutazione dell'efficacia del controllo elettronico, non è sufficiente a giustificare l'esclusione degli arresti domiciliari con braccialetto. Il giudice deve, pertanto, indicare le ragioni per le quali ritiene che tale modalità di esecuzione degli arresti domiciliari non sia idonea a scongiurare il pericolo di reiterazione del reato, sulla base di una concreta e attuale valutazione delle circostanze del caso. Solo ove tale motivazione sia adeguata e logica, la custodia in carcere può essere ritenuta misura cautelare proporzionata ed effettivamente necessaria.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. AMORESANO Silvio - Presidente

Dott. SOCCI Angelo M. - rel. Consigliere

Dott. ANDREAZZA Gastone - Consigliere

Dott. LIBERATI Giovanni - Consigliere

Dott. ANDRONIO Alessandro M. - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);
avverso l'ordinanza n. 492/2015 TRIB. LIBERTA' di REGGIO CALABRIA del 25/06/2015;
sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. ANGELO MATTEO SOCCI;
sentite le conclusioni del PG Dott. MARILIA DI NARDO: "inammissibilita' del ricorso";
udito il difensore avv. (OMISSIS): "accoglimento".
RITENUTO IN FATTO
1. Il Tribunale di Reggio Calabria con ordinanza del 25 giugno 2015, confermava l'ordinanza, di applicazione n…

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