Cassazione penale Sez. I sentenza n. 37091 del 18 ottobre 2010

ECLI:IT:CASS:2010:37091PEN

Massima

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Il giudice di merito, nel valutare la compatibilità delle condizioni di salute di un detenuto con la custodia cautelare in carcere, deve effettuare un'attenta e complessiva disamina dello stato di salute del soggetto, tenendo conto di tutte le patologie diagnosticate e del relativo trattamento terapeutico, senza limitarsi ad una mera valutazione astratta. Tuttavia, il giudice non è vincolato alle conclusioni di un consulente tecnico di parte che abbia ritenuto l'incompatibilità della detenzione, potendo disattenderle qualora ritenga che le cure e gli accertamenti sanitari effettuati in ambito penitenziario siano adeguati e sufficienti a garantire la tutela della salute del detenuto. Pertanto, il giudice può legittimamente confermare la misura cautelare della custodia in carcere, anche in presenza di patologie pregresse o in atto, purché ritenga che il trattamento sanitario intramurario sia idoneo a fronteggiare efficacemente le esigenze terapeutiche del soggetto, senza che ciò comporti un concreto e attuale pericolo per la sua incolumità. In tal caso, la motivazione del provvedimento deve dare conto in modo esaustivo delle ragioni per le quali le condizioni di salute del detenuto sono ritenute compatibili con la detenzione, valorizzando gli elementi probatori acquisiti, senza limitarsi a mere affermazioni di compatibilità in astratto.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FAZZIOLI Edoardo - Presidente

Dott. ZAMPETTI Umberto - Consigliere

Dott. VECCHIO Massimo - rel. Consigliere

Dott. CAVALLO Aldo - Consigliere

Dott. CAPOZZI Raffaele - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) FA. FR. N. IL (OMESSO);

avverso l'ordinanza n. 339/2010 TRIB. LIBERTA' di PALERMO, del 29/03/2010;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. MASSIMO VECCHIO;

Uditi

- il Pubblico Ministero, in persona del dott. D'ANGELO Giovanni, sostituto procuratore generale della Repubblica presso questa Corte, il quale ha concluso per la inammissibilita' del ricorso e per la condanna del ricorrente al pagamento de…

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