Cassazione penale Sez. II sentenza n. 25905 del 7 giugno 2018

ECLI:IT:CASS:2018:25905PEN

Massima

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Le dichiarazioni spontanee rese dall'indagato alla polizia giudiziaria ai sensi dell'art. 350 comma 7 c.p.p. sono utilizzabili nella fase procedimentale, inclusi l'incidente cautelare e i riti a prova contratta, purché emerga chiaramente che l'indagato le abbia rese liberamente, senza alcuna coercizione o sollecitazione. Tali dichiarazioni sono utilizzabili anche nel giudizio abbreviato, in quanto l'art. 350 comma 7 c.p.p. ne limita l'inutilizzabilità esclusivamente al dibattimento, senza che sia necessario l'avvertimento di cui all'art. 64 comma 2 lett. c) c.p.p., previsto solo per l'interrogatorio e non per le dichiarazioni spontanee. La valutazione della spontaneità e della libertà delle dichiarazioni rese dall'indagato rientra nel potere discrezionale del giudice di merito, la cui decisione è corretta e condivisibile se coerente con i principi consolidati nella giurisprudenza di legittimità.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DAVIGO Piercamill - Presidente

Dott. TADDEI M. - rel. Consigliere

Dott. DE CRESCIENZO Ugo - Consigliere

Dott. RAGO Geppino - Consigliere

Dott. SGADARI Giuseppe - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza n. 7114/2015 della Corte d'appello di Milano, sezione 4, del 07.06.2017;
visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. Margherita B. Taddei;
udito il Pubblico Ministero in persona del Sostituto Procuratore generale, Dr. Romano Giulio, che ha concluso per il rigetto del ricorso.
MOTIVI DELLA DECISIONE
Avverso la senten…

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