Cassazione penale Sez. V sentenza n. 13056 del 29 marzo 2011

ECLI:IT:CASS:2011:13056PEN

Massima

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Il giudice di legittimità è tenuto a motivare adeguatamente le proprie decisioni, confutando in modo esaustivo le specifiche doglianze formulate dall'imputato nei motivi di appello e dotate del requisito della decisività. La mancanza di una motivazione completa e puntuale in relazione a tali censure, come nel caso di una valutazione approfondita dell'attendibilità delle persone offese e della possibile sussistenza di una causa di non punibilità per provocazione, integra il vizio di mancanza di motivazione ai sensi dell'art. 606, comma 1, lett. e), c.p.p. Pertanto, il giudice di merito è tenuto a rinnovare il giudizio, esaminando compiutamente le argomentazioni difensive e fornendo una motivazione adeguata e completa in ordine a tutti i profili decisivi sollevati dall'imputato, al fine di garantire il rispetto del diritto di difesa e del principio del contraddittorio.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ROTELLA Mario - Presidente

Dott. PALLA Stefano - Consigliere

Dott. BRUNO ((omissis)) - Consigliere

Dott. VESSICHELLI Maria - rel. Consigliere

Dott. SABEONE Gerardo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) ME. PA. N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 2/2009 TRIB. SEZ. DIST. di JESI, del 10/06/2009;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 24/01/2011 la relazione fatta dal Consigliere Dott. MARIA VESSICHELLI;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. Baglione T., che ha concluso per l'inammissibilita'.

FATTO E DIRITTO

Propone ricorso per ca…

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