Cassazione penale Sez. II sentenza n. 38295 del 30 settembre 2009

ECLI:IT:CASS:2009:38295PEN

Massima

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Il delitto di estorsione si configura quando l'agente, mediante minaccia di denunciare alla pubblica autorità la vittima per un fatto illecito, si fa consegnare una somma di denaro sproporzionata e ingiusta, al fine di conseguire un profitto indebito, anche qualora l'agente ritenga di esercitare un proprio diritto. La condotta estorsiva non può essere ricondotta al reato di esercizio arbitrario delle proprie ragioni, in quanto la pretesa dell'agente, anche se astrattamente fondata, è strumentalizzata in modo illecito per ottenere un vantaggio patrimoniale ingiusto. Pertanto, il delitto di estorsione sussiste quando l'agente, attraverso la minaccia di denunciare la vittima per un fatto illecito, si fa consegnare una somma di denaro sproporzionata rispetto alla pretesa fatta valere, al fine di conseguire un profitto indebito, a prescindere dalla fondatezza della pretesa stessa.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CASUCCI Giuliano - Presidente

Dott. BARTOLINI Francesco - Consigliere

Dott. GENTILE Mario - Consigliere

Dott. PRESTIPINO Giovanni - Consigliere

Dott. TADDEI Margherita - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) VA. DA. , N. IL (OMESSO);

avverso SENTENZA del 13/01/2009 CORTE APPELLO di BRESCIA;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA la relazione fatta dal Consigliere Dr. GENTILE DOMENICO;

Udita la requisitoria del Sostituto Procuratore Generale dott. Aurelio Galasso che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso;

Letti i motivi sollevati dalla Difesa che ha chiesto l…

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