Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 25594 del 23 giugno 2008

ECLI:IT:CASS:2008:25594PEN

Massima

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Il reato di resistenza a pubblico ufficiale di cui all'art. 337 c.p. si configura quando l'imputato reagisce con violenza fisica e minacce all'intervento legittimo degli agenti di polizia, anche qualora ritenga di essere stato oggetto di discriminazione nell'essere condotto in commissariato per l'identificazione, non essendo tale circostanza idonea a integrare una causa di giustificazione. La mera invocazione di una ricostruzione alternativa dei fatti rispetto a quella accertata dai giudici di merito non è esaminabile in sede di legittimità, così come la richiesta generica di applicazione della continuazione formulata in appello non merita risposta da parte del giudice di secondo grado, specie quando il fatto pregresso risalga a un periodo di tempo notevolmente distante, escludendo l'unicità del disegno criminoso.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. AMBROSINI Giangiulio - Presidente

Dott. SERPICO Francesco - Consigliere

Dott. LANZA Luigi - Consigliere

Dott. CONTI Giovanni - Consigliere

Dott. CARCANO Domenico - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

Sul ricorso proposto da:

SP. Or., n. a (OMESSO);

avverso la sentenza in data 25 ottobre 2006 della Corte di appello di Napoli;

Visti gli atti, la sentenza denunziata e il ricorso;

Udita in pubblica udienza la relazione fatta dal Consigliere dott. ((omissis));

Udito il Pubblico ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale dott.ssa DE SANDRO ((omissis)), che ha concluso per la inammissibilita' del ricorso.

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