Il Comune, nell'adottare provvedimenti di demolizione e messa in sicurezza di immobili danneggiati dal terremoto, è tenuto a rispettare le garanzie partecipative del privato, anche in presenza di pregressi contenziosi relativi alla revoca di contributi per la ricostruzione. Infatti, il coinvolgimento del proprietario è necessario per verificare compiutamente i presupposti di fatto e di diritto che legittimano l'intervento, in particolare l'inerzia nell'esecuzione dei lavori di ricostruzione. Inoltre, a distanza di circa vent'anni dal sisma, non è configurabile un'autonoma ragione di urgenza che giustifichi l'adozione di ordinanze contingibili e urgenti, dovendo il Comune fare ricorso agli strumenti ordinari previsti dall'ordinamento. Pertanto, i provvedimenti adottati in violazione di tali principi sono illegittimi, ai sensi dell'art. 34, comma 3, c.p.a. Quanto al risarcimento dei danni, esso è escluso ove il proprietario non abbia fornito prova degli elementi costitutivi della responsabilità civile della pubblica amministrazione, sia sotto il profilo oggettivo che soggettivo, e non abbia previamente attivato gli strumenti di tutela giurisdizionale disponibili.