Il Tribunale Amministrativo Regionale, nell'esaminare la controversia relativa all'inadempimento degli obblighi derivanti da una convenzione urbanistica, afferma il seguente principio di diritto: La società lottizzante, che si è obbligata alla realizzazione di opere di urbanizzazione a scomputo degli oneri, non può essere esonerata da tale obbligo per il solo fatto che l'Amministrazione comunale non abbia provveduto alla consegna dell'area necessaria, in quanto la convenzione prevedeva espressamente che le opere sarebbero state eseguite a cura e spese del lottizzante, previo rilascio del titolo edilizio, senza subordinare l'adempimento all'effettiva consegna dell'area. Pertanto, l'inadempimento della società non può essere giustificato dalla mancata consegna dell'area da parte del Comune, atteso che il lottizzante avrebbe comunque dovuto realizzare le opere entro il termine previsto dalla convenzione, indipendentemente dalla disponibilità dell'area. Inoltre, la modifica della convenzione originaria, intervenuta successivamente tra le parti, non può essere considerata unilaterale, in quanto risulta sottoscritta dal rappresentante dell'Amministrazione e della società, la quale ha altresì prestato acquiescenza agli atti successivi adottati dal Comune, come il rilascio del nuovo titolo edilizio, senza contestarne la validità. Pertanto, la società non può invocare la nullità dell'ingiunzione di pagamento per l'inadempimento degli obblighi convenzionali, in quanto ha accettato la novazione dell'originaria convenzione. Infine, il termine di prescrizione decennale dell'obbligazione non può essere ritenuto decorso, in quanto l'Amministrazione ha più volte richiesto l'adempimento, interrompendo la prescrizione ai sensi degli artt. 2943 e 2944 c.c. Inoltre, la società non ha dimostrato l'impossibilità assoluta e oggettiva di adempiere, essendosi limitata a dedurre la mancata consegna dell'area, circostanza che non integra una causa di estinzione dell'obbligazione.