Cassazione penale Sez. I sentenza n. 24844 del 1 giugno 2018

ECLI:IT:CASS:2018:24844PEN

Massima

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Il divieto di concessione di benefici penitenziari previsto dall'art. 4-bis della L. 26 luglio 1975, n. 354 opera anche quando l'aggravante di cui all'art. 7 del D.L. 13 maggio 1991, n. 152, convertito con modificazioni nella L. 12 luglio 1991, n. 203, non sia stata formalmente contestata, purché risulti accertata, attraverso l'esame del contenuto della sentenza di condanna, la commissione del reato con le modalità di cui all'art. 416-bis c.p. o al fine di agevolare l'organizzazione di tipo mafioso. Ciò in quanto le disposizioni concernenti l'esecuzione delle pene detentive e le misure alternative alla detenzione, non riguardando l'accertamento del reato e l'irrogazione della pena, ma soltanto le modalità esecutive della stessa, non hanno carattere di norme penali sostanziali e soggiacciono al principio "tempus regit actum" e non alle regole dettate in materia di successione di norme penali nel tempo. Pertanto, il divieto di concessione di benefici penitenziari opera anche quando l'aggravante mafiosa non sia stata formalmente contestata, purché risulti accertata la natura mafiosa del reato commesso, in quanto ciò che rileva è la concreta modalità di realizzazione del fatto, a prescindere dalla sua formale contestazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BONITO F. Maria S. - Presidente

Dott. SANTALUCIA Giuseppe - Consigliere

Dott. APRILE Stefano - Consigliere

Dott. CENTONZE Alessandro - Consigliere

Dott. CAIRO Antonio - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS) nato il (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 23/05/2017 del TRIB. SORVEGLIANZA di L'AQUILA;
sentita la relazione svolta dal Consigliere ANTONIO CAIRO;
lette/sentite le conclusioni del PG.
Letta la requisitoria del P.M., dott. ((omissis)), sostituto procuratore generale della Repubblica presso questa Corte che ha chiesto il rigetto del ricorso.
RITENUTO IN FATTO E IN DIRITTO
1. Il Tribunale di Sorveglianza per il distretto della Corte d'appello dell'Aquila,…

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