Il diniego di trasferimento per assistenza a familiare disabile ex art. 33 L. 104/1992 è legittimo qualora vi siano altri familiari conviventi o comunque residenti in località prossima alla persona assistita, non oggettivamente impossibilitati a fornire la dovuta assistenza, e sussistano comprovate esigenze di servizio, anche in assenza di una valutazione comparativa con la sede di destinazione richiesta, laddove il deficit di organico nella sede di provenienza, in relazione alle specifiche mansioni ricoperte dal richiedente, sia talmente rilevante da giustificare di per sé il diniego, senza che rilevi una eventuale flessione nel rendimento in servizio successiva alla valutazione effettuata per l'anno precedente. In tali ipotesi, il diritto all'assistenza familiare deve essere bilanciato con le esigenze organizzative e di servizio dell'amministrazione, non potendosi ritenere prevalente il primo ove vi siano altri familiari in grado di prestare assistenza e la scopertura organica nella sede di provenienza sia tale da non consentire il trasferimento richiesto.