Cassazione penale Sez. V sentenza n. 19391 del 8 maggio 2009

ECLI:IT:CASS:2009:19391PEN

Massima

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Il diritto di critica, pur essendo espressione di un giudizio o di un'opinione necessariamente soggettiva, non può essere esercitato attraverso la narrazione di fatti non veritieri, lesivi della reputazione altrui. L'esercizio legittimo del diritto di critica richiede che l'opinione espressa si fondi su un'interpretazione soggettiva di fatti effettivamente accaduti, senza costruire nuovi fatti a danno della reputazione del soggetto criticato. Pertanto, la diffamazione non può essere giustificata dall'esercizio del diritto di critica quando le affermazioni, pur partendo da fatti reali, vengono distorte e utilizzate per creare un comportamento inesistente, fortemente lesivo della sfera morale e del decoro professionale della persona criticata. Il diritto di critica, quale espressione del diritto di manifestazione del pensiero, trova il suo limite nel rispetto della reputazione altrui e non può essere esercitato attraverso la narrazione di fatti non veritieri, anche se utilizzati come spunto per un'interpretazione soggettiva.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. COLONNESE Andrea - Presidente

Dott. FEDERICO Raffaello - Consigliere

Dott. BEVERE Antonio - Consigliere

Dott. SCALERA Vito - Consigliere

Dott. BRUNO Paolo Antonio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) LU. GI. ;

2) SG. VI. n. il (OMESSO);

3) R.T.I. S.P.A. RAPP.TO ST. LO. ;

avverso SENTENZA del 11/07/2008 DELLA CORTE APPELLO di MILANO;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA la relazione fatta dal Consigliere Dott. BEVERE Antonio;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. IACOVIELLO Francesco che ha concluso, previa scissione del capo di imputazione in due parti, in relazione alla prima dove si afferma che l&#x…

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