La dichiarazione di pubblica utilità di un'opera pubblica, disposta con delibera del C.I.P.E., ha una durata quinquennale, ai sensi dell'art. 13, comma 5, del D.P.R. n. 327/2001. Decorso tale termine senza che sia stato emanato il decreto di esproprio, la dichiarazione di pubblica utilità decade, salvo che l'autorità competente non ne disponga la proroga. La proroga della dichiarazione di pubblica utilità può essere disposta solo dall'autorità che l'ha originariamente approvata, ossia il C.I.P.E., e non da un diverso soggetto attuatore, come la società Quadrilatero Marche-Umbria S.p.A. Pertanto, la proroga della dichiarazione di pubblica utilità disposta da quest'ultima società è illegittima, determinando l'inefficacia della dichiarazione di pubblica utilità originaria e, di conseguenza, l'illegittimità dei successivi decreti di esproprio adottati sulla base di tale proroga. L'applicabilità dei nuovi termini previsti dall'art. 4, comma 11, del D.L. n. 70/2011, che estende a sette anni la durata della dichiarazione di pubblica utilità, è esclusa nel caso in cui il soggetto attuatore abbia illegittimamente disposto una proroga della dichiarazione di pubblica utilità, senza avvalersi della possibilità prevista dalla citata norma.