Cassazione penale Sez. II sentenza n. 52076 del 19 novembre 2018

ECLI:IT:CASS:2018:52076PEN

Massima

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Il reato di occupazione abusiva di immobile di cui all'art. 633 c.p. si configura quando l'agente si introduce arbitrariamente e contra ius in un edificio, realizzando una condotta di invasione che si protrae nel tempo. Tale reato ha natura permanente e cessa soltanto con l'allontanamento del soggetto dall'edificio occupato o con la pronuncia della sentenza di condanna. Dopo la sentenza di condanna, la protrazione dell'occupazione abusiva integra una nuova ipotesi di reato, senza necessità del requisito dell'invasione, ma incentrata sulla mera prosecuzione dell'occupazione illecita. Il termine di prescrizione del reato decorre pertanto dalla cessazione della permanenza, che nel caso di specie è stata individuata nella data della pronuncia della sentenza di primo grado. Pertanto, il reato non può ritenersi estinto per decorso del termine di prescrizione qualora l'occupazione abusiva si sia protratta oltre la data della sentenza di condanna di primo grado.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GALLO Domenico - Presidente

Dott. VERGA Giovanna - Consigliere

Dott. PACILLI Giuseppina A.R - Consigliere

Dott. SGADARI Giuseppe - Consigliere

Dott. RECCHIONE Sandra - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS) nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 23/06/2017 della CORTE APPELLO di PALERMO;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere SANDRA RECCHIONE;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore CUOMO LUIGI che ha concluso chiedendo l'annullamento senza rinvio per prescrizione.
RITENUTO IN FATTO
1. La Corte di appello di Palermo confermava la condann…

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