Cassazione penale Sez. V sentenza n. 18293 del 2 maggio 2019

ECLI:IT:CASS:2019:18293PEN

Massima

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Il reato di minaccia si configura quando la condotta dell'agente limita la libertà psichica della vittima mediante la prospettazione di un pericolo di un male ingiusto, senza che sia necessario il concreto verificarsi di uno stato di intimidazione in capo alla persona offesa. Tuttavia, ai fini della sussistenza del reato, è necessario che l'espressione utilizzata abbia un valore inequivocabilmente intimidatorio, valutato alla luce del contesto in cui è stata proferita e dei rapporti tra le persone coinvolte. Pertanto, un'espressione ambigua o priva di un chiaro contenuto minaccioso, come "domani non ti faccio fare l'inaugurazione", in assenza di ulteriori elementi che ne connotino il carattere intimidatorio, non integra il reato di minaccia, essendo sufficiente a escluderne la configurabilità la mancanza di capacità oggettiva della condotta di esporre a pericolo la libertà morale del destinatario.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SABEONE Gerardo - Presidente

Dott. BELMONTE Maria Teres - Consigliere

Dott. CALASELICE Barbara - Consigliere

Dott. SESSA Renata - Consigliere

Dott. SCORDAMAGLIA Irene - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
parte civile (OMISSIS) nato a (OMISSIS);
nel procedimento a carico di:
(OMISSIS) nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 25/05/2018 del TRIBUNALE di NAPOLI;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere IRENE SCORDAMAGLIA;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore EPIDENDIO TOMASO;
Il Proc. Gen. conclude per l'inammissibilita';
il difen…

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