Cassazione penale Sez. II sentenza n. 5875 del 9 febbraio 2024

ECLI:IT:CASS:2024:5875PEN

Massima

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Il reato di truffa si configura quando l'agente, mediante artifici o raggiri, induce in errore la persona offesa e la determina a compiere un atto di disposizione patrimoniale a proprio danno. Pertanto, la mera inadempienza contrattuale non integra il reato di truffa, essendo necessario l'elemento del raggiro idoneo a indurre in errore la vittima. Tuttavia, qualora il soggetto attivo, oltre a non adempiere all'obbligo di consegna del bene, abbia anche posto in essere condotte ingannevoli, come ad esempio rassicurare l'acquirente circa l'imminente spedizione del prodotto, tale comportamento può integrare il requisito del "raggiro" richiesto per la configurazione del delitto di truffa. Inoltre, ai fini della valutazione della lieve entità del danno, quale circostanza attenuante, non rileva soltanto l'ammontare del danno patrimoniale subito dalla vittima, ma anche le concrete modalità della condotta delittuosa e il grado di offensività della stessa, elementi che devono essere complessivamente valutati dal giudice di merito. Infine, la regola per cui in sede di legittimità non possono essere dedotte questioni non prospettate nei motivi di appello, salvo che si tratti di questioni rilevabili d'ufficio o non deducibili in grado di appello, trova la sua ratio nella necessità di evitare che possa sempre essere rilevato un difetto di motivazione della sentenza di secondo grado con riguardo ad un punto del ricorso non investito dal controllo della Corte di appello.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta da:

Dott. RAGO Geppino - Presidente

Dott. FLORIT Francesco - Consigliere

Dott. NICASTRO Giuseppe - Consigliere

Dott. RECCHIONE Sandra - Relatore

Dott. MINUTILLO TURTUR Marzia - Consigliere

ha pronunciato la seguente

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
De.Ce. nato a A il (Omissis)
avverso la sentenza del 31/03/2023 della CORTE APPELLO di NAPOLI
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere SANDRA RECCHIONE;
il procedimento si celebra con contraddittorio scritto ai sensi dell'art. 23, comma 8, del d.l. n. 137 del 2020,
il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale ((omissis)) ha concluso chiedendo l'inammissibilità del ricorso.
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
1. La Corte di appello di Napoli confermava l…

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