La realizzazione di opere edilizie in difformità dal progetto approvato con la concessione edilizia, anche se di modesta entità, legittima l'adozione da parte della pubblica amministrazione dell'ordinanza di demolizione e ripristino dello stato dei luoghi, in quanto l'attività di repressione degli abusi edilizi costituisce attività vincolata e non discrezionale. Pertanto, la mancata comunicazione di avvio del procedimento non determina l'annullamento dell'ordinanza di demolizione, in quanto il contraddittorio con i privati è comunque assicurato attraverso la partecipazione al sopralluogo e la possibilità di presentare osservazioni. Inoltre, le eventuali tolleranze edilizie previste dalla normativa statale non trovano applicazione quando le difformità dal progetto approvato non sono marginali, ma incidono in modo rilevante sugli indici urbanistici e sulle distanze dai confini, come nel caso di un muro di sostegno realizzato in maniera quasi verticale anziché con l'inclinazione di 45 gradi prevista dal progetto.