Il Tribunale Amministrativo Regionale, nell'esaminare il ricorso avverso i provvedimenti di Roma Capitale che hanno istituito aree di sosta riservate alla Guardia di Finanza in alcune vie della città, ha affermato i seguenti principi di diritto: 1. La competenza a disciplinare la sosta e la circolazione stradale spetta, in via generale, ai dirigenti delle strutture burocratiche competenti, e non agli organi di governo, salvo il caso in cui la misura abbia un forte impatto sul territorio, sulla collettività e sull'ordine pubblico, tale da richiedere l'intervento della Giunta municipale. 2. L'istituzione di aree di sosta riservate alla Guardia di Finanza, in prossimità di edifici che ospitano il Comando Generale del Corpo, è legittima in quanto finalizzata ad accrescere i presìdi di sicurezza di un obiettivo sensibile, senza determinare un eccessivo sacrificio degli interessi dei residenti, ai quali rimane comunque consentita la sosta in altre parti della carreggiata. 3. L'obbligo di preventiva comunicazione del procedimento, previsto dall'art. 7 della Legge n. 241/1990, sussiste solo nei confronti di coloro che ricevono "effetti diretti" dal provvedimento, e non nei confronti della generalità dei cittadini. 4. La limitazione della sosta veicolare, disposta per ragioni di sicurezza pubblica, non integra una violazione della libertà di circolazione garantita dall'art. 16 della Costituzione, in quanto non incide sulla libertà di movimento, ma solo sulla facoltà di parcheggiare in determinate aree.