Cassazione penale Sez. V sentenza n. 25077 del 1 luglio 2002

ECLI:IT:CASS:2002:25077PEN

Massima

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Il falso in atto pubblico si configura quando il privato forma e rilascia in forma legale la pretesa copia di un atto inesistente, essendo irrilevante la circostanza che il documento falso sia stato materialmente contraffatto o alterato, in quanto la condotta punita dalla legge è quella di aver formato e rilasciato un documento che attesta falsamente l'esistenza di un atto pubblico che in realtà non è mai stato formato. Pertanto, l'utilizzo di documenti falsi attestanti il conseguimento di una laurea mai ottenuta, al fine di ottenere l'iscrizione all'albo professionale, integra il reato di falso in atto pubblico di cui all'art. 478 c.p., a prescindere dal fatto che il documento sia stato materialmente contraffatto o alterato, essendo sufficiente che esso attesti falsamente l'esistenza di un atto pubblico inesistente. La consapevolezza della falsità del documento da parte dell'utilizzatore può desumersi da elementi oggettivi, quali la facilità con cui lo stesso è riuscito ad ottenere la documentazione falsa, ovvero dalla circostanza che egli abbia dichiarato fatti palesemente falsi in relazione al documento presentato. Inoltre, l'esercizio abusivo della professione di medico veterinario da parte di un soggetto privo dei necessari titoli professionali, anche se svolto in collaborazione con il titolare dello studio veterinario, integra il reato di cui all'art. 348 c.p., essendo irrilevante che il titolare fosse o meno a conoscenza dell'abusivo esercizio della professione da parte del suo collaboratore.

Sentenza completa

A. A., medico veterinario, veniva accusato di avere, in concorso con A. I., sua convivente all'epoca dei fatti e ritenuta sua collaboratrice di studio, formato due certificati di laurea, apparentemente rilasciati dalla Università di Milano, attestanti falsamente l'avvenuto conseguimento della laurea in medicina veterinaria da parte della A. e di avere tentato di Ottenere con gli stessi la iscrizione della A. nell'albo professionale dei medici veterinari.
Tali fatti venivano commessi nel 1992.
Successivamente ed a seguito di accertamenti negativi per la A. da parte del Consiglio Direttivo dell'Ordine Interprovinciale dei Medici Veterinari di Milano e Lodi i due presentavano nel 1995 a tale organo numerosi documenti, completamente falsi, apparentemente provenienti dalla Università di Milano e contenenti varie attestazioni relative ad un inesistente curriculum universitario della donna.
Per tali fatti A. A. ed A. I. venivano tratti a giudizio per risponder…

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