Cassazione penale Sez. I sentenza n. 43910 del 22 settembre 2017

ECLI:IT:CASS:2017:43910PEN

Massima

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Il rifiuto di fornire le proprie generalità agli agenti di polizia giudiziaria nell'esercizio delle loro funzioni, anche se non accompagnato da atteggiamenti minatori o violenti, integra il reato di rifiuto di fornire le proprie generalità di cui all'art. 651 c.p. Tale reato sussiste indipendentemente dalla sussistenza o meno di altri reati contestati, in quanto la condotta di rifiuto di identificazione è di per sé lesiva dell'interesse pubblico al corretto svolgimento dell'attività di polizia giudiziaria, a prescindere dall'esito del procedimento penale. Il giudice di merito, nel valutare la credibilità delle testimonianze contrastanti, deve dare prevalenza a quelle rese dai pubblici ufficiali che, nell'esercizio delle loro funzioni, non hanno ancora avuto conoscenza di eventuali querele o denunce a loro carico, rispetto a quelle dei testimoni di parte che possono essere influenzate da interessi personali. La motivazione del giudice di merito che, sulla base di tali criteri, ritenga maggiormente attendibili le testimonianze a carico dell'imputato, è immune da vizi logici e di diritto e non può essere sindacata in sede di legittimità, essendo precluso a questa Corte un nuovo apprezzamento del materiale probatorio.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SIOTTO ((omissis)) - Presidente

Dott. NOVIK ((omissis)) - Consigliere

Dott. SANDRINI ((omissis)) - Consigliere

Dott. SARACENO ((omissis)) - Consigliere

Dott. ESPOSITO Aldo - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), n. il (OMISSIS);
avverso la sentenza n. 15032/2013 TRIBUNALE di ROMA, del 30/04/2015;
visti gli atti, la sentenza e il ricorso;
udita in pubblica udienza la relazione fatta dal Consigliere Dott. ((omissis));
udite le conclusioni del Procuratore generale, in persona del Dott. ((omissis)), che chiedeva dichiararsi l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con sentenza del 30/04/2015 il Tribunale di Roma condannava (OMISSIS) alla pena di Euro duecent…

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