Consiglio di Stato sentenza n. 6093 del 2014

ECLI:IT:CDS:2014:6093SENT

Massima

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Il piano di recupero edilizio, quale variante al piano regolatore generale, deve essere finalizzato al razionale assetto del territorio e non può essere utilizzato per regolarizzare abusi edilizi. L'amministrazione comunale, nel valutare la richiesta di variante, deve prescindere dalla sua idoneità o meno a determinare la sanatoria parziale o totale di opere abusivamente realizzate, in quanto tale finalità è estranea alla causa tipica dello strumento pianificatorio. Pertanto, il diniego di approvazione della variante al piano di recupero, motivato sulla base della presenza di abusi edilizi non sanabili nell'ambito interessato, è legittimo, in quanto l'atto di pianificazione deve essere adottato nell'esclusivo interesse pubblico di un corretto e razionale assetto del territorio, senza considerare la sua eventuale idoneità a sanare illeciti edilizi. Inoltre, la domanda di risarcimento del danno da ritardo nell'adozione degli atti richiesti dalla parte privata non può trovare accoglimento qualora l'istanza di variante e di sanatoria edilizia sia finalizzata alla tutela di interessi contra ius o a contenuto impossibile, illegittimi o pretese emulative, in quanto in tali casi non è configurabile alcuna posizione di interesse legittimo astrattamente enucleabile dall'esame della causa petendi del ricorso giurisdizionale amministrativo. Infatti, per accedere alla tutela risarcitoria è indispensabile che l'interesse legittimo o il diritto soggettivo sia stato leso da un provvedimento (o da un comportamento) illegittimo dell'amministrazione reso nell'esplicazione (o nell'inerzia) di una funzione pubblica e che la lesione incida sul bene della vita finale, il che non consente di configurare presupposto dell'azione risarcitoria la tutela degli interessi c.d. procedimentali puri, delle mere aspettative, dei ritardi procedimentali, o degli interessi contra ius. Inoltre, i doveri di solidarietà sociale che traggono fondamento dall'art. 2 Cost., impongono di valutare complessivamente la condotta tenuta dalle parti private nei confronti della p.a. in funzione dell'obbligo di prevenire o attenuare quanto più possibile le conseguenze negative scaturenti dall'esercizio della funzione pubblica o da condotte ad essa ricollegabili in via immediata e diretta, il che ridonda anche in relazione all'individuazione, in concreto, dei presupposti per l'esercizio dell'azione risarcitoria, onde evitare che situazioni pregiudizievoli prevenibili o evitabili con l'esercizio della normale diligenza si scarichino in modo improprio sulla collettività in generale e sulla finanza pubblica in particolare.

Sentenza completa

N. 08472/2004
REG.RIC.

N. 06093/2014REG.PROV.COLL.

N. 08472/2004 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Consiglio di Stato

in sede giurisdizionale (Sezione Quinta)

ha pronunciato la presente

SENTENZA

sul ricorso numero di registro generale 8472 del 2004, proposto dal Comune di Perugia, in persona del sindaco in carica, rappresentato e difeso dall'avvocato ((omissis)), con domicilio eletto presso l’avvocato ((omissis)) in Roma, via ((omissis)), n. 8;

contro

Antognolla S.p.A. in persona del legale rappresentante in carica, rappresentata e difesa dagli avvocati ((omissis)) e ((omissis)), con domicilio eletto presso lo studio dell’avvocato ((omissis)) in Roma, via Parigi, n.11;

nei confronti di

Regione Umbria e Provincia di Perugia, non costituite;

per la riforma

della sentenza del T.A.R. dell’Umbria, n. 308 dell’11 giu…

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