Il vincolo di tutela paesaggistica e culturale sui terreni tratturali, imposto con il d.m. 22.12.1983, comporta che gli interventi edilizi realizzati successivamente su tali aree, in assenza della prescritta autorizzazione della Soprintendenza, siano da considerarsi abusivi e, pertanto, soggetti all'ordine di demolizione e ripristino dello stato dei luoghi, salvo che l'interessato non dimostri in modo certo e documentato che gli stessi siano stati realizzati in data anteriore all'imposizione del vincolo. L'onere della prova in tal senso grava sulla parte privata, la quale deve fornire elementi probatori idonei a radicare la ragionevole certezza circa l'anteriorità dell'intervento, non essendo sufficienti mere dichiarazioni sostitutive o riproduzioni fotografiche prive di ulteriori riscontri documentali. Ove tale prova non sia raggiunta, l'Amministrazione è legittimata a disporre la demolizione delle opere abusive e il ripristino dello stato dei luoghi, senza che possa trovare accoglimento la richiesta di applicazione della sanzione pecuniaria in luogo della misura ripristinatoria, atteso che quest'ultima costituisce la regola generale in caso di accertamento di interventi edilizi realizzati in assenza di titolo su aree sottoposte a vincolo di inedificabilità.