Cassazione penale Sez. II sentenza n. 32091 del 21 luglio 2014

ECLI:IT:CASS:2014:32091PEN

Massima

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Il carattere permanente del reato di associazione per delinquere non consente di ritenere interrotta la continuità della condotta criminosa per il solo fatto dell'arresto dell'associato, in quanto lo stato di detenzione non impedisce la persistenza della partecipazione all'associazione, sia sotto il profilo materiale che morale, né la concezione, l'organizzazione e l'esecuzione di ulteriori delitti avvalendosi di altri operatori. Pertanto, ai fini della decorrenza del termine di custodia cautelare, il giudice che emette una successiva ordinanza cautelare per il reato associativo deve valutare la connessione qualificata con i precedenti reati-fine, desumibile dagli atti prima del rinvio a giudizio nel procedimento in cui è stata emessa la prima ordinanza, senza che rilevi l'eventuale intervenuta esecuzione di precedenti misure cautelari per tali reati-fine, in quanto la permanenza del reato associativo impedisce l'interruzione della continuità della condotta criminosa.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GENTILE Mario - Presidente

Dott. IANNELLI Enzo - rel. Consigliere

Dott. DE CRESCIENZO Ugo - Consigliere

Dott. DAVIGO Piercamill - Consigliere

Dott. ALMA ((omissis)) - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso l'ordinanza n. 2268/2013 TRIB. LIBERTA' di TORINO, del 13/12/2013;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. ENZO IANNELLI;

Letti gli atti, la ordinanza impugnata, il ricorso;

Udita la relazione del cons. ((omissis));

Udite le conclusioni del S. Procuratore generale, ((omissis)), per il rigetto del ricorso.

OSSERVA

1 - Tramite difensore (OMISSIS), gia' in custodia cautelare per i delit…

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