Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La semplice coincidenza temporale tra pagamenti e presunti atti amministrativi illegittimi, nonché la mera partecipazione a società coinvolte, non sono di per sé sufficienti a dimostrare la sussistenza di un accordo corruttivo, in assenza di elementi concreti che provino la diretta partecipazione dell'indagato alla deliberazione e all'esecuzione del patto illecito. È necessario che vi siano indizi univoci e non meramente indiziarie della responsabilità personale dell'indagato nel reato di corruzione, non essendo sufficiente la ricostruzione logica di un possibile accordo corruttivo sulla base di elementi ambigui o equivoci. Inoltre, la mera prosecuzione di un servizio pubblico mediante ordinanze contingibili e urgenti, anche oltre i limiti di legge, non costituisce di per sé prova di irregolarità, potendo tale modalità essere giustificata da situazioni di emergenza e necessità che possono verificarsi a livello territoriale. Infine, la partecipazione dell'indagato all'attività politica e il suo ruolo di riferimento in ambito locale non sono di per sé elementi sufficienti a giustificare l'attualità di esigenze cautelari, in assenza di concreti indizi di pericolo di reiterazione di condotte delittuose.