Cassazione penale Sez. V sentenza n. 9024 del 8 marzo 2011

ECLI:IT:CASS:2011:9024PEN

Massima

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Il dolo del reato di falsità ideologica in atto pubblico sussiste quando l'agente, pur essendo consapevole dell'esistenza di una precedente condanna penale a suo carico, dichiara falsamente di non averla riportata, nella convinzione di poter confidare sull'avvenuta estinzione del reato ai sensi dell'art. 445 c.p.p. Infatti, tale convinzione dimostra la consapevolezza dell'imputato di agire contro il dovere giuridico di dichiarare il vero, non potendo l'ignoranza o l'erronea conoscenza della legge penale, ai sensi dell'art. 5 c.p., scriminare la condotta. Pertanto, l'affermazione di non aver riportato condanne, resa in una dichiarazione sostitutiva ai sensi del D.P.R. n. 445/2000, art. 46, integrando il dolo del reato di cui all'art. 483 c.p., non può essere giustificata dalla buona fede dell'imputato, basata sulla convinzione dell'avvenuta estinzione del reato precedentemente commesso.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GRASSI Aldo - Presidente

Dott. DUBOLINO Pietro - Consigliere

Dott. PALLA Stefano - rel. Consigliere

Dott. FUMO Maurizio - Consigliere

Dott. VESSICHELLI Maria - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

PMT PRESSO TRIBUNALE DI ROMA;

nei confronti di:

1) PU. DI. N. IL (OMESSO) C/;

avverso la sentenza n. 32912/2009 GIP TRIBUNALE di ROMA, del 24/11/2009;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. PALLA Stefano;

lette le conclusioni del PG Dott. DI POPOLO Angelo, di annullamento con rinvio.

FATTO E DIRITTO

Il Procuratore della Repubblica di Roma ricorre avverso la sentenza 24.11.09 del…

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