Il Tribunale Amministrativo Regionale, nell'esaminare il ricorso proposto da alcune associazioni e società operanti nel settore del gioco e delle scommesse contro il Comune di Palermo in relazione a due ordinanze sindacali che disciplinavano le distanze minime dai luoghi sensibili per l'ubicazione di sale gioco e scommesse e gli orari di tali attività, ha dichiarato il ricorso improcedibile per sopravvenuto difetto di interesse, in quanto nelle more il Sindaco del Comune di Palermo, a seguito dell'entrata in vigore della L.R. Sicilia n. 24/2020, aveva emanato una nuova ordinanza che aveva dichiarato la definitiva inefficacia delle precedenti ordinanze impugnate. Il Tribunale, pertanto, ha affermato il principio secondo cui: Il ricorso giurisdizionale diviene improcedibile per sopravvenuto difetto di interesse quando, nelle more del giudizio, l'atto impugnato perde efficacia per effetto di un nuovo provvedimento adottato dalla stessa amministrazione, che ne dichiara la definitiva inefficacia, senza che residuino ulteriori profili di interesse alla decisione. Tale principio si fonda sulla considerazione che, una volta venuto meno l'interesse all'annullamento dell'atto impugnato, non sussiste più l'utilità pratica della pronuncia giurisdizionale, essendo preclusa ogni possibilità di ottenere un risultato favorevole attraverso l'accoglimento del ricorso. La declaratoria di improcedibilità per sopravvenuto difetto di interesse consente di evitare un inutile dispendio di attività processuale, in quanto il giudice non è tenuto a pronunciarsi nel merito di una controversia divenuta priva di oggetto. Inoltre, il Tribunale ha ritenuto di compensare le spese di lite tra le parti, in accoglimento della richiesta formulata dai ricorrenti, in considerazione della particolare situazione determinatasi a seguito dell'emanazione della nuova ordinanza comunale.