Cassazione penale Sez. V sentenza n. 18487 del 3 maggio 2016

ECLI:IT:CASS:2016:18487PEN

Massima

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Il giudice, nel valutare l'adeguatezza della misura cautelare da applicare, deve tenere conto della gravità della condotta criminosa posta in essere dall'indagato, dei suoi precedenti penali e della concreta possibilità di reiterazione del reato, al fine di stabilire se la custodia cautelare in carcere sia l'unica misura idonea a tutelare le esigenze cautelari, in particolare quella della prevenzione generale e speciale. Pertanto, il giudice non può ritenere sufficienti misure meno afflittive, come gli arresti domiciliari con braccialetto elettronico, qualora ritenga che tali misure non siano idonee ad impedire la reiterazione del reato, in considerazione della pericolosità sociale dell'indagato desunta dalla sua condotta e dai suoi precedenti. La motivazione del provvedimento cautelare deve essere puntuale e specifica nel valutare l'adeguatezza di ciascuna misura, senza limitarsi ad affermazioni apodittiche.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. VESSICHELLI Maria - Presidente

Dott. ZAZA Carlo - Consigliere

Dott. GORJAN Sergio - rel. Consigliere

Dott. PEZZULLO Rosa - Consigliere

Dott. AMATORE Roberto - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), N. IL (OMISSIS);
avverso l'ordinanza n. 2238/2015 TRIB. LIBERTA' di CATANIA del 30/12/2015;
sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. SERGIO GORJAN;
Udito il Procuratore Generale in persona della Dott. ((omissis)) che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
Il Tribunale di Catania, quale Giudice del riesame, con l'ordinanza impugnata, resa il 30 - 31.12.2015, ha rigettato il riesame esposto da (OMISSIS) avverso l'ordinanza, con…

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