Cassazione penale Sez. II sentenza n. 5947 del 7 febbraio 2014

ECLI:IT:CASS:2014:5947PEN

Massima

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Il delitto di truffa si configura quando l'agente, presentandosi come responsabile di un'attività o di un'organizzazione, induce in errore la persona offesa circa la sua effettiva posizione e capacità di garantire il buon esito dell'operazione, inducendola così a versare un acconto, anche se successivamente l'agente non abbia tratto alcun profitto personale dall'operazione. Ciò in quanto il delitto di truffa ha ad oggetto il comportamento ingannevole dell'agente nei confronti della persona offesa, a prescindere dall'effettivo ruolo ricoperto o dal profitto conseguito. Pertanto, ai fini della configurabilità del reato, non rileva che l'agente abbia poi trasferito l'acconto ricevuto ad altri soggetti, né che il mancato adempimento dell'operazione sia dipeso da cause sopravvenute indipendenti dalla sua condotta fraudolenta. Ciò che conta è che l'agente, con il suo comportamento ingannevole, abbia determinato la persona offesa a versare un acconto, inducendola in errore sulla sua effettiva posizione e capacità di garantire il buon esito dell'operazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PETTI Ciro - Presidente

Dott. IANNELLI Enzo - rel. Consigliere

Dott. CASUCCI Giuliano - Consigliere

Dott. IASILLO Adriano - Consigliere

Dott. RAGO Geppino - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 4901/2010 CORTE APPELLO di FIRENZE, del 29/04/2013;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 22/01/2014 la relazione fatta dal Consigliere Dott. ((omissis));

Letti gli atti, la sentenza impugnata, il ricorso;

Udita la relazione del Cons. Dr. ((omissis));

Udite le conclusioni del S. Procuratore generale, Dr. ((omissis)) per l'inammissibilita' del ricorso;

Udito i…

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