Il rilascio di una concessione edilizia in sanatoria ai sensi della legge n. 47/1985 presuppone l'accertamento positivo dei requisiti e delle condizioni previsti dalla normativa, che non possono essere successivamente rimessi in discussione in sede di annullamento del titolo edilizio, salvo che non emergano nuovi elementi idonei a far ritenere l'originaria concessione viziata nella forma del suo rilascio, in assenza dei presupposti di legge. L'annullamento di una concessione edilizia successivamente rilasciata per la demolizione e ricostruzione di un immobile deve pertanto essere adeguatamente motivato, con riferimento specifico alle ragioni che inficiano la legittimità della precedente concessione in sanatoria, senza potersi limitare a un generico richiamo alle ipotesi astratte di cui all'art. 31 della legge n. 47/1985. Il giudizio risarcitorio a seguito di lesione di interessi legittimi postula la dimostrazione da parte del ricorrente, secondo i principi di cui agli artt. 2697 c.c. e 115 c.p.c., degli elementi costitutivi della sua pretesa risarcitoria, non essendo sufficiente la mera deduzione dell'illegittimità dell'atto amministrativo, né potendo il giudice sopperire alle carenze probatorie attraverso la liquidazione equitativa, che concerne solo la quantificazione del danno.