Cassazione penale Sez. III sentenza n. 23336 del 15 giugno 2021

ECLI:IT:CASS:2021:23336PEN

Massima

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Il giudice, nel valutare la sussistenza della circostanza attenuante del fatto di lieve entità di cui all'art. 73, comma 5, del D.P.R. n. 309/1990, è tenuto a considerare tutti gli elementi indicati dalla norma, sia quelli concernenti l'azione (mezzi, modalità e circostanze della stessa), sia quelli relativi all'oggetto materiale del reato (quantità e qualità delle sostanze stupefacenti), senza che l'eterogeneità delle sostanze o le modalità organizzate della condotta possano di per sé escludere l'applicazione dell'attenuante, a meno che tali elementi non siano dimostrativi di una significativa potenzialità offensiva. Pertanto, il giudice può legittimamente negare l'attenuante quando anche uno solo di tali elementi indichi che la lesione del bene giuridico protetto non sia di "lieve entità". Inoltre, la reiterazione nel tempo di una pluralità di condotte di cessione di droga, pur non precludendo automaticamente il riconoscimento della lieve entità, entra comunque in considerazione nella valutazione complessiva dei parametri indicati dalla norma, sicché il mancato riconoscimento dell'attenuante può essere giustificato dalla constatazione che la singola cessione, anche di modica quantità, costituisca manifestazione di una più ampia e comprovata capacità dell'autore di diffondere in modo non episodico sostanza stupefacente. In tale valutazione, il giudice può tenere conto anche di elementi come la presenza di vedette e l'uso di un locale abbandonato quale deposito della droga, in quanto concreti indici della non marginale offensività della condotta.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. IZZO Fausto - Presidente

Dott. GALTERIO Donatella - Consigliere

Dott. CERRONI Claudio - rel. Consigliere

Dott. DI STASI Antonella - Consigliere

Dott. ZUNICA Fabio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
1. (OMISSIS), nato a (OMISSIS);
2. (OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 14/04/2020 della Corte di Appello di Bari;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e i ricorsi;
udita la relazione svolta dal consigliere ((omissis));
lette le richieste del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dott. DI NARDO Marilia, che ha concluso chiedendo l'inammissibilita' dei ricorsi.
RITENUTO IN FATTO
1. Con sentenza del 14 aprile 2020 la Corte di Appell…

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