Il reato di associazione per delinquere finalizzata al riciclaggio di autoveicoli provento di reato, con destinazione al mercato estero previa contraffazione dei relativi documenti e dati identificativi, può essere configurato anche in assenza di un'organizzazione gerarchica formalizzata, essendo sufficiente l'esistenza di un vincolo associativo tra i partecipi, caratterizzato da un contributo funzionale e coordinato al perseguimento degli scopi illeciti del sodalizio, anche attraverso il compimento di singole attività esecutive. Pertanto, il ruolo di "capo" dell'associazione non è riservato soltanto al vertice dell'organizzazione, ma può essere attribuito anche a colui che svolga incarichi direttivi e risolutivi nella vita del gruppo criminale e nel suo esplicarsi quotidiano in relazione ai propositi delinquenziali realizzati, coordinando le attività dei singoli partecipi, come la predisposizione di falsa documentazione, il reperimento e lo smistamento dei veicoli di provenienza illecita, anche attraverso l'utilizzo di società estere. La valutazione della pericolosità sociale del reo, ai fini della recidiva, deve essere effettuata in concreto, tenendo conto del numero, della gravità e della vicinanza temporale dei precedenti penali, nonché del loro nesso eziologico con il reato per cui si procede, senza che assuma rilievo decisivo la mera vetustà delle condanne pregresse, se queste risultano indicative di una perdurante inclinazione al delitto.