La reiterazione di un vincolo urbanistico preordinato all'espropriazione, già gravante su un'area da oltre cinquant'anni senza che siano stati realizzati i servizi pubblici previsti, richiede una specifica e adeguata motivazione che dimostri la sussistenza di un attuale e concreto interesse pubblico alla sua apposizione, nonché l'impossibilità di soluzioni alternative, tenuto conto dell'obbligo di bilanciare l'interesse pubblico con il sacrificio imposto al privato proprietario. La mera indicazione di criteri generali di riclassificazione delle aree a servizi nell'ambito di una variante urbanistica parziale non è sufficiente a giustificare la reiterazione del vincolo su singole aree, essendo necessaria un'istruttoria e una motivazione specifiche che dimostrino l'attualità dell'interesse pubblico e l'assenza di soluzioni alternative meno gravose per il privato. La mancanza di una siffatta motivazione specifica determina l'illegittimità dell'atto di reiterazione del vincolo per difetto di istruttoria e di motivazione.