Cassazione penale Sez. II sentenza n. 20180 del 8 maggio 2018

ECLI:IT:CASS:2018:20180PEN

Massima

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Il pericolo di reiterazione del reato, ai fini dell'applicazione di una misura cautelare, non può essere desunto dalla sola gravità astratta del titolo di reato, ma deve essere valutato sulla base delle concrete modalità e circostanze della condotta, le quali devono essere sintomatiche di una radicata incapacità dell'imputato di autolimitarsi nella commissione di ulteriori illeciti. Pertanto, la sussistenza delle esigenze cautelari, ai sensi dell'art. 274, comma 1, lett. c), c.p.p., può essere desunta dalla gravità e non occasionalità del fatto commesso, nonché dalla negativa personalità dell'imputato, emersa dalle modalità della condotta, le quali rivelino il suo pieno inserimento in un contesto di traffico di sostanze stupefacenti e la persistente capacità di mantenere contatti con soggetti e organizzazioni in grado di fornire rilevanti quantitativi di droga, anche in costanza di stato detentivo.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DAVIGO P. - Presidente

Dott. DE CRESCIENZO Ugo - Consigliere

Dott. MESSINI D'AGOSTINI - rel. Consigliere

Dott. PAZIENZA V. - Consigliere

Dott. AIELLI Lucia - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 12/01/2018 della CORTE APPELLO di ANCONA;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. Piero MESSINI D'AGOSTINI;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dr. PINELLI Mario Maria Stefano, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
1. Con ordinanza del 15/6/2017, il Tribunale di A…

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