La giurisdizione in materia di acque pubbliche, con riferimento a controversie riguardanti diritti o interessi correlati alle derivazioni e utilizzazioni delle acque pubbliche, nonché aspetti attinenti alla corretta gestione della risorsa idrica, appartiene in via esclusiva al Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche, competente a conoscere dei ricorsi per incompetenza, eccesso di potere e violazione di legge avverso i provvedimenti definitivi presi dall'amministrazione in tale ambito. Ciò in quanto la cognizione di tali controversie, che incidono direttamente sulla materia delle acque pubbliche, disciplinandone la gestione, l'esercizio delle opere idrauliche, i rapporti con i concessionari e i modi di acquisto dei beni necessari all'esercizio e alla realizzazione delle opere stesse, ovvero influendo sulla loro realizzazione mediante sospensione o revoca dei relativi provvedimenti, è riservata al predetto giudice speciale, in applicazione degli artt. 18 e 138 e ss. del R.D. n. 1775/1933. Pertanto, il giudice amministrativo ordinario, investito di una controversia avente ad oggetto diritti o interessi correlati all'utilizzo di acque pubbliche, deve dichiarare il proprio difetto di giurisdizione, rimettendo gli atti al Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche, competente a conoscere della questione.