Il rilascio della licenza fiscale per l'esercizio di un deposito ad accisa assolta di carburanti è subordinato alla dimostrazione, da parte del richiedente, della sostenibilità economica del relativo piano industriale, in particolare per quanto riguarda la convenienza e la credibilità del sistema di approvvigionamento del prodotto. A tal fine, il richiedente deve provare che l'approvvigionamento da depositi commerciali autorizzati come "destinatari registrati" ai sensi dell'art. 8, comma 3, del d.lgs. n. 504/1995 (TUA) sia economicamente vantaggioso rispetto all'approvvigionamento ordinario da depositi fiscali, tenuto conto che i destinatari registrati, a differenza dei depositi fiscali, possono solo ricevere ma non detenere né spedire prodotti in sospensione di accisa, con conseguente duplicazione dei costi di trasporto. L'Amministrazione, nel valutare la sostenibilità del piano industriale, deve inoltre considerare l'impatto della crisi pandemica da COVID-19 sull'attività della società richiedente, senza poter pretendere da questa l'attivazione di un sistema di controllo interno sui propri fornitori e cessionari intermedi, né la prova che questi ultimi non abbiano commesso violazioni gravi e ripetute della normativa fiscale, trattandosi di informazioni che l'Amministrazione può acquisire d'ufficio.