Il perdurante inserimento degli indagati nell'ambiente delle organizzazioni di tifoserie ultras, i precedenti penali e giudiziari, nonché la costante propensione a porre in essere atti di violenza, soprattutto in concomitanza con lo svolgimento di manifestazioni sportive, possono giustificare l'applicazione di misure cautelari detentive o limitative della libertà personale, anche a distanza di tempo dalla commissione dei fatti, qualora tali elementi dimostrino la concreta e attuale pericolosità sociale degli indagati e il concreto pericolo di reiterazione di condotte analoghe. In tali casi, il trascorrere del tempo non costituisce di per sé elemento sufficiente a escludere l'adeguatezza e la proporzionalità delle misure cautelari, laddove permangano i presupposti per il loro mantenimento, come il perdurante collegamento con l'ambiente criminale di riferimento e la concreta proclività a delinquere. La valutazione dell'attualità del pericolo di reiterazione del reato deve essere effettuata in concreto dal giudice, tenendo conto di tutti gli elementi probatori acquisiti, senza che sia preclusa l'applicazione di misure cautelari per il solo decorso di un determinato lasso temporale dalla commissione dei fatti.