Cassazione penale Sez. I sentenza n. 39539 del 24 settembre 2013

ECLI:IT:CASS:2013:39539PEN

Massima

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Il pericolo concreto di reiterazione del reato, ai fini della custodia cautelare in carcere, può essere desunto dalla particolare gravità della condotta delittuosa, dall'assenza di segni di ravvedimento dell'imputato e dalla sussistenza di precedenti penali specifici, anche se risalenti nel tempo, senza che sia necessaria una valutazione di elementi ulteriori, atteso che tali circostanze sono di per sé idonee a giustificare l'adozione della misura più afflittiva, in assenza di elementi che ne consentano la sostituzione con misure meno gravose. La durata della custodia cautelare già sofferta, pur costituendo un elemento da valutare ai fini della proporzionalità della misura, non è di per sé sufficiente a determinare il venir meno delle esigenze cautelari, qualora permangano i presupposti per il mantenimento della custodia in carcere.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SIOTTO Maria Cristina - Presidente

Dott. ZAMPETTI Umberto - Consigliere

Dott. BONITO Francesco M. S. - Consigliere

Dott. MAZZEI Antonella P. - Consigliere

Dott. MAGI Raffaello - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso l'ordinanza n. 1015/2012 TRIB. LIBERTA' di BARI, del 29/10/2012;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. RAFFAELLO MAGI;

lette/sentite le conclusioni del PG Dott. GALASSO Aurelio, che ha chiesto la declaratoria di inammissibilita' del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

1. In data 29.10.2012 il Tribunale di Bari, decidendo ai sensi dell'articolo 310 cod. proc. pen. sull'appello in mat…

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