Tribunale Amministrativo Regionale Lombardia - Milano sentenza n. 2306 del 2020

ECLI:IT:TARMI:2020:2306SENT

Massima

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Il Tribunale Amministrativo Regionale, nell'esaminare il ricorso proposto da società proprietarie di compendi immobiliari avverso la deliberazione del Consiglio Comunale che aveva approvato il Piano di Governo del Territorio, ha affermato che: 1. La semplice reformatio in pejus della disciplina urbanistica, attraverso il ridimensionamento dell'attitudine edificatoria di un'area, è interdetta solo da determinazioni vincolanti per l'amministrazione in ordine ad una diversa 'zonizzazione' dell'area stessa, ovvero tali da fondare legittime aspettative, potendosi configurare un affidamento qualificato del privato esclusivamente in presenza di convenzioni di lottizzazione, accordi di diritto privato intercorsi tra il Comune e i proprietari delle aree, aspettative nascenti da giudicati di annullamento di dinieghi di concessione edilizia o di silenzio-rifiuto su una domanda di concessione o ancora nella modificazione in zona agricola della destinazione di un'area limitata, interclusa da fondi edificati in modo non abusivo. In assenza di tali presupposti, la modifica peggiorativa della disciplina urbanistica non è preclusa. 2. Le scelte urbanistiche costituiscono valutazioni di merito sottratte al sindacato giurisdizionale di legittimità, salvo che risultino inficiate da errori di fatto, abnormi illogicità, violazioni procedurali, ovvero che, per quanto riguarda la destinazione di specifiche aree, risultino confliggenti con particolari situazioni che abbiano ingenerato affidamenti e aspettative qualificate. L'incompatibilità del corridoio ecologico con attività produttive, in mancanza di prova specifica diversa, costituisce una scelta ragionevole, stante la necessità che le aree verdi siano caratterizzate da una certa tranquillità per permettere il loro utilizzo da parte degli animali e la loro fruibilità da parte dei cittadini. 3. L'eccesso di potere per disparità di trattamento si può configurare solo sul presupposto, di cui l'interessato deve dare prova rigorosa, dell'identità assoluta in fatto della situazione considerata. La disparità di trattamento nella pianificazione tra aree presuppone che le aree oggetto di ricorso e quelle in comparazione si trovino nelle stesse identiche condizioni di fatto e di diritto, laddove nel caso di specie l'identità di fatto non è dimostrata e quella di diritto è contraddetta dal fatto che le aree in questione rientrano in un diverso piano attuativo. 4. La volontà di dare "attuazione a livello locale alla rete ecologica provinciale" non presuppone necessariamente che le aree in questione siano previste nella rete ecologica dell'ente sovraordinato, essendo sufficiente che il Comune, il quale mantiene una propria potestà di creare una rete ecologica comunale, intenda valorizzare e sviluppare la previsione di reti ecologiche.

Sentenza completa

Pubblicato il 25/11/2020

N. 02306/2020 REG.PROV.COLL.

N. 01151/2013 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Tribunale Amministrativo Regionale per la Lombardia

(Sezione Seconda)

ha pronunciato la presente

SENTENZA

sul ricorso numero di registro generale 1151 del 2013, proposto da
((omissis)) S.r.l., in persona del legale rappresentante pro tempore, rappresentata e difesa dagli avvocati ((omissis)), ((omissis)), ((omissis)), con domicilio digitale come da PEC da Registri di Giustizia e in Milano, via ((omissis)), 27;
Commercial Nord S.r.l., in persona del legale rappresentante pro tempore, rappresentata e difesa dall'avvocato ((omissis)), ((omissis)), ((omissis)), con domicilio digitale come da PEC da Registri di Giustizia e in Milano, via ((omissis)), 27;

contro

Comune di Boffalora Sopra Ticino, in persona del legale rappresentante pro tempore…

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