Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 4047 del 25 gennaio 2008

ECLI:IT:CASS:2008:4047PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che si può estrarre dalla sentenza è il seguente: L'interesse all'impugnazione di un provvedimento cautelare, anche dopo la cessazione della misura, sussiste solo in relazione all'accertamento della sussistenza delle condizioni di applicabilità delle misure previste dagli articoli 273 e 280 c.p.p., in quanto tale accertamento può costituire presupposto per il riconoscimento del diritto ad un'equa riparazione per la custodia cautelare ingiustamente subita. Tuttavia, tale interesse deve essere attuale e concreto, non potendosi presumere automaticamente la sua esistenza sulla base della mera astratta pretesa all'esattezza teorica del provvedimento impugnato. Pertanto, l'indagato ha l'onere di rappresentare espressamente l'intenzione di servirsi della pronuncia richiesta in vista dell'azione di riparazione per l'ingiusta detenzione, in difetto della quale il ricorso deve essere dichiarato inammissibile per sopravvenuta carenza di interesse.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. AMBROSINI Giangiulio - Presidente

Dott. MANNINO Saverio - Consigliere

Dott. SERPICO Francesco - Consigliere

Dott. ROTUNDO Vincenzo - Consigliere

Dott. PAOLONI Giacomo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

CI. Do., nato a (OMESSO);

avverso l'ordinanza emessa in data 9-3-2007 dal Tribunale di Reggio Calabria.

Visti gli atti, l'ordinanza impugnata ed il ricorso.

Udita la relazione fatta dal Consigliere, Dott. ((omissis)).

Udite le richieste del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale, Dott. CONSOLO Santi, che ha concluso per l'annullamento con rinvio in riferime…

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