Cassazione penale Sez. I sentenza n. 46106 del 1 dicembre 2009

ECLI:IT:CASS:2009:46106PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La circostanza attenuante della provocazione non può essere riconosciuta quando, pur valutato il contesto complessivo in cui il fatto è maturato, tale contesto non abbia indotto nell'imputato uno "stato di intensa eccitazione in grado di alterare la funzionalità dei freni inibitori", che costituisce il presupposto per il riconoscimento di tale attenuante. Inoltre, ai fini della sussistenza della provocazione, è necessario che vi sia una contiguità cronologica tra il fatto ingiusto altrui e la reazione dell'imputato, non essendo sufficiente un mero accumulo di rancore per effetto di reiterati comportamenti ingiusti, e che la risposta dell'imputato sia adeguata rispetto alla gravità del fatto ingiusto, non potendosi riconoscere la provocazione in caso di sproporzione molto consistente tra offesa e reazione. Pertanto, la Corte di merito, nel caso di specie, ha correttamente escluso la sussistenza della circostanza attenuante della provocazione, rilevando che l'imputato aveva agito in modo lucido e premeditato, senza alcuna alterazione emotiva, e che la sua reazione era del tutto sproporzionata rispetto all'episodio occorso in precedenza. Inoltre, la Corte ha precisato che, in assenza di una specifica doglianza in sede di appello, non è possibile sollevare in sede di legittimità la questione relativa alla mancata applicazione della causa di non punibilità della legittima difesa, non emergendo dagli atti in modo incontestabile circostanze idonee ad escludere la rilevanza penale del fatto. Infine, la determinazione della pena e la mancata applicazione dell'istituto della continuazione tra i reati sono state adeguatamente motivate dalla Corte di merito, senza incorrere in vizi di legittimità.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CHIEFFI Severo - Presidente

Dott. SIOTTO Maria C. - rel. Consigliere

Dott. DI TOMASSI Mariastefania - Consigliere

Dott. BRICCHETTI Renato - Consigliere

Dott. PIRACCINI Paola - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) MA. AR. N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 23/2008 CORTE ASSISE APPELLO di BARI, depositata il 10/02/2009;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 30/09/2009 la relazione fatta dal Consigliere Dott. SIOTTO Maria Cristina;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. IACOVIELLO F.M. che ha chiesto il rigetto del ricorso.

SVOLGIMENTO DEL PROCESSO

Con sentenz…

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