Il dipendente che, in concorso con altri, si appropria ripetutamente di quantitativi di carburante dai serbatoi di proprietà dell'azienda presso cui presta servizio, caricandoli su autovetture per allontanarsi al termine del turno di lavoro, commette il reato di furto aggravato continuato, anche qualora tenti di giustificare il proprio operato adducendo un preteso utilizzo del carburante per scopi diversi, come il rifornimento di un canile, atteso che tale giustificazione, formulata in un momento successivo alla contestazione, risulta inattendibile e costruita a posteriori, in contrasto con gli elementi probatori oggettivi, quali le videoregistrazioni e le dichiarazioni di un vigilante che ha assistito ai fatti. La mancata formale contestazione dell'aggravante di cui all'art. 625, comma 1, n. 5 c.p. non osta all'applicazione della stessa, essendo sufficiente che il fatto addebitato sia stato descritto in modo da ricomprendere tale circostanza. Il giudice di appello non è tenuto a motivare specificamente sul mancato riconoscimento dell'attenuante di cui all'art. 62, comma 1, n. 4 c.p., qualora i motivi di impugnazione sul punto siano del tutto generici e privi di elementi idonei a fondare la relativa richiesta.