Il contratto avente ad oggetto la realizzazione di un'opera, con fornitura dei relativi materiali, deve essere qualificato come appalto di lavori e non come compravendita, quando l'apporto lavorativo specifico per la realizzazione dell'opera risulti prevalente rispetto alla mera somministrazione dei materiali, in quanto ciò che caratterizza l'appalto è la prestazione di fare finalizzata alla produzione dell'opera, mentre nella vendita il lavoro è solo il mezzo per la trasformazione della materia e il conseguimento del bene. Pertanto, il committente ha il diritto di richiedere all'appaltatore l'esecuzione di varianti al progetto originario, nei limiti del sesto del prezzo pattuito, salvo che tali varianti comportino una notevole modificazione della natura dell'opera, tale da determinare una sostituzione consensuale del regolamento contrattuale già in essere. In tal caso, il committente non può imporre unilateralmente le modifiche, dovendo essere rispettato l'accordo originario delle parti.