Il provvedimento di inammissibilità dell'appello avverso una sentenza di proscioglimento, adottato sulla base della disciplina introdotta dalla legge n. 46 del 2006, deve essere annullato a seguito della pronuncia della Corte Costituzionale n. 85 del 2008, che ha dichiarato l'illegittimità costituzionale di tale disciplina, ripristinando la previgente normativa che consente l'impugnazione di tali sentenze. L'efficacia retroattiva della decisione della Consulta comporta la radicale nullità del provvedimento di inammissibilità, in quanto la sentenza di proscioglimento oggetto dell'originario appello deve ritenersi ritualmente impugnabile, essendo venuta meno la preclusione all'impugnazione introdotta dalla legge n. 46 del 2006. Inoltre, il ricorso per cassazione avverso il provvedimento di inammissibilità dell'appello deve essere considerato tempestivo, in applicazione del principio di retroattività della pronuncia della Corte Costituzionale e del corretto calcolo dei termini per l'impugnazione, in conformità all'articolo 591, comma 3, c.p.p. Pertanto, il provvedimento di inammissibilità dell'appello deve essere annullato e la causa rinviata al giudice di appello per la decisione nel merito, in applicazione della disciplina ripristinata dalla sentenza della Corte Costituzionale n. 85 del 2008.