Cassazione penale Sez. III sentenza n. 221 del 7 gennaio 2013

ECLI:IT:CASS:2013:221PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: Nelle ipotesi in cui l'applicazione di una misura cautelare personale intervenga a distanza di tempo significativa dalla commissione del reato contestato, il giudice è tenuto a motivare in modo particolarmente rigoroso e specifico circa l'attualità e la concretezza delle esigenze cautelari, con particolare riferimento al pericolo di reiterazione del reato, dovendo valutare l'eventuale affievolimento delle esigenze cautelari in proporzione diretta al tempo trascorso. La motivazione deve altresì essere particolarmente penetrante in ordine alla scelta della misura cautelare applicata, la quale deve risultare adeguata e proporzionata alle esigenze cautelari ancora sussistenti nonostante il decorso del tempo. Ciò in quanto il principio di proporzionalità impone una costante verifica della perdurante idoneità della misura a fronteggiare le esigenze cautelari, secondo il principio della minor compressione possibile della libertà personale.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MANNINO Saverio F. - Presidente

Dott. FRANCO Amedeo - est. Consigliere

Dott. SAVINO ((omissis)) - Consigliere

Dott. ORILIA Lorenzo - Consigliere

Dott. RAMACCI Luca - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nato a (OMISSIS);

avverso l'ordinanza emessa il 17 aprile 2012 dal tribunale del riesame di Messina;

udita nella udienza in camera di consiglio dell'11 dicembre 2012 la relazione fatta dal Consigliere Dr. ((omissis));

udito il Pubblico Ministero in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott. ((omissis)), che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso;

udito il difensore avv. (OMISSIS).

SVOLGIMENTO DEL PROCESSO

Co…

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