L'ordinanza di rigetto della richiesta di sospensione del procedimento con messa alla prova non è immediatamente impugnabile, ma è appellabile unitamente alla sentenza di primo grado, ai sensi dell'articolo 586 del codice di procedura penale, in quanto l'articolo 464-quater, comma 7, del codice di procedura penale, nel prevedere il ricorso per cassazione, si riferisce unicamente al provvedimento con cui il giudice, in accoglimento della richiesta dell'imputato, abbia disposto la sospensione del procedimento con la messa alla prova. Pertanto, il ricorso per cassazione avverso l'ordinanza di rigetto della richiesta di sospensione del procedimento con messa alla prova è inammissibile, in quanto proposto contro un provvedimento non immediatamente impugnabile. Tale principio è stato affermato dalle Sezioni Unite della Corte di Cassazione con le sentenze n. 33216 del 31/03/2016 (imp. Rigacci) e n. 36272 del 31/03/2016 (imp. Sorcinelli), le quali hanno chiarito che l'ordinanza di rigetto della richiesta di sospensione del procedimento con messa alla prova può essere impugnata solo unitamente alla sentenza di primo grado, ai sensi dell'articolo 586 del codice di procedura penale. Inoltre, la declaratoria di inammissibilità del ricorso comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali, senza la necessità di condannarlo anche al pagamento di una somma in favore della cassa delle ammende, atteso che il superiore principio è stato di recente affermato.